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23/11/24 ore

RASSEGNA WEB

Il Paese delle Ombre

Ammettere la testimonianza di Giorgio Napolitano nel processo sulla trattativa Stato-mafia da parte della Corte d’assise di Palermo sarà pure «pertinente», come ha affermato ieri uno dei sostituti procuratori. Ma non può non lasciare un sottofondo di stupore e di perplessità. Gli stessi magistrati si rendono conto dell’enormità della loro mossa. di Massimo Franco (Corriere della Sera)

Andrea’s Version su Priebke

Basterà insistere ancora un po’, tenere per qualche tempo ancora la bara sulla corda, impedire che passi da un comune, che transiti sul territorio di quell’altro comune, organizzare qualche bella manifestazione, con qualche bello scontro, magari, inventandosi all’uopo qualche slogan molto brillante, sul genere: “Al Ve/rano/nemmeno un posto/vogliamo il nazistone/de/com/posto”, e vedrete che piazzale Loreto al caso Priebke gli farà una pippa.

 

Andrea Marcenaro (da Il Foglio)

Come se niente fosse accaduto

Il rischio che una destra radicale conquisti la scena politica in Italia non è certo svanito con la vittoria dei «governativi» nel Pdl. Come dimostrano i Tea Party, capaci di prendere in ostaggio il Grand Old Party repubblicano spingendo l’America fino al limite del default, o i sondaggi di Marine Le Pen in Francia, o l’affermarsi di partiti antieuro in Austria e in Germania, il vento della storia non soffia certo oggi nelle vele dei moderati. di Antonio Polito (Corriere della Sera)

Le verità (a volte scomode) di Emma Bonino

Domenica 22 settembre il ministro Emma Bonino, a New York per partecipare all'assemblea generale dell'Onu, ha incontrato la comunità italiana al Consolato Generale. Nel corso del ricevimento, il ministro ha illustrato gli impegni e gli obiettivi del suo Ministero, ha chiacchierato con gli ospiti, stretto decine di mani, rivisto persone incontrate nel corso di una lunga carriera spesa nella politica e nei rapporti internazionali. di Maurita Carbone (La Voce di New York)

Verso le elezioni di settembre. Ipoteca tedesca sull'Europa

di Gian Enrico Rusconi (Affari Internazionali)

 

Se fossimo in Italia, le elezioni tedesche del 22 settembre sarebbero subito etichettate come un plebiscito - horribile dictu per i tedeschi - pro o contro la cancelliera Angela Merkel che gode di un prestigio popolare transpartitico, essendo considerata la garante della sovranità politica tedesca in Europa e nel mondo. Questa formulazione è più gratificante e più nobile della cruda e intransigente “difesa degli interessi” economici tedeschi.

I furbetti del teatrino Valle alla Fondazione del bene comune

“La Bellezza non può attendere”, si sono detti, e si dicono, gli occupanti del Teatro Valle – ora in festa, assieme al professor Stefano Rodotà, per aver depositato dal notaio lo statuto della Fondazione Teatro Valle Bene Comune, anche definita, dagli occupanti, la “prima istituzione dell’imprudenza”, il “salto nel vuoto”, la “lucida follia”. di Marianna Rizzini (Il Foglio)

Schifo, da noi va così...e la giustizia...

Ansrea's Version del 18 settembre 2013

Da noi va così, le banche fanno schifo, gli stadi fanno schifo, le autostrade fanno schifo, le ferrovie fanno schifo, gli autobus fanno schifo, Alitalia fa schifo, il Parlamento fa schifo, la politica fa schifo, i partiti fanno schifo, il governo fa schifo, la burocrazia fa schifo... (da ilfoglio.it)

Caprotti: com'è difficile fare impresa

Caro direttore, ho letto il bell’articolo del professor Ricardo Franco Levi sul Suo giornale dell’8 settembre. Non posso che ringraziarvi per le lusinghiere espressioni usate nei riguardi di Esselunga e del sottoscritto. Tuttavia vorrei permettermi un’osservazione. Le tre aziende scelte dall’autore non costituiscono un campione appropriato. Mettere Esselunga - e dunque me - accanto ad Armani e Luxottica è azzardato. di Bernardo Caprotti (Corriere della Sera, 11 Settembre)

Giustizia: quei Referendum... con o senza Silvio

di Pierluigi Battista (Corriere della Sera, 2 settembre 2013)

 

Per dire quanto sia fazioso, schiacciato sul presente, incurante dei princìpi, il politicantismo di oggi pretende che le firme per il referendum dei Radicali sulla responsabilità civile dei magistrati siano un frutto tardivo del "berlusconismo": ma nasconde il fatto che nel 1987 un altro referendum, sullo stesso tema, ebbe il consenso di 20 milioni e 770 mila italiani, pari all'80,2 per cento dei votanti (alle urne si recò il 65,1 degli aventi diritti il voto).

Giustizia: perché dire "sì" ai Referendum dei Radicali

di Mauro Calise (Il Mattino 2 settembre 2013)

 

La firma di Berlusconi, sabato, al tavolo referendario di Pannella - al di là del risalto mediatico della foto della strana coppia - innesca due processi importanti, entrambi destinati ad emergere con più nettezza nelle prossime settimane.

Franco Debenedetti: “Chiudere l’anti berlusconismo armato”

di Franco Debenedetti (da Il Foglio)

 

Renzi ha conquistato notorietà e consenso come “rottamatore”. Adesso deve portarsi dietro il Pd nel progetto di innovazione politica, dovrebbe avere il coraggio di trasformare in atto concreto il suo vecchio teorema (Berlusconi va sconfitto alle urne, non possiamo permetterci di farlo uscire di scena per via giudiziaria).