Se i populisti trionfano – sostiene invece il politologo inglese Matthew Flinders – il problema è nella “domanda politica più che nell’offerta”, il baco cioè è “negli elettori più che negli eletti”. Lo studioso dell’Università di Sheffield – di cui il Mulino ha appena tradotto in italiano “In difesa della politica” – al Foglio dice che il successo dei populisti dovrebbe “suonare la sveglia più per noi cittadini che per la classe politica. Dovrebbe farci ragionare sul nostro livello di maturità più che sull’incapacità degli eletti”. di Marco Valerio Lo Prete (ilfoglio.it)
Il Foglio del 30 aprile 2014
Al di là dell’opinione espressa da Silvio Berlusconi, che naturalmente è parte in causa, sembra abbastanza chiaro che l'esercizio da parte di Giorgio Napolitano della sua facoltà di grazia a favore di un esponente politico di primo piano, che era stato oggetto di una straordinaria e palesemente orientata pressione giudiziaria. sarebbe stato un atto perfettamente coerente con la volontà di pacificazione nazionale più volte espressa proprio dal presidente della Repubblica.
Editoriale da Il Foglio 30 aprile 2014
Potrebbe andare peggio solo in Serbia. E con tutto il rispetto per un paese che è tra gli ultimi arrivati nel consesso delle democrazie europee, non è affatto un buon risultato. Il rapporto annuale sulle statistiche carcerarie del Consiglio d'Europa, reso noto ieri, certifica ancora una volta l'imbarazzante verità per la quale l'Italia è già stata condannata quale nazione che pratica la "tortura" (dalla sentenza Torreggiani del 2013 della Corte dei diritti dell'uomo, sospesa fino a maggio del 2014 per dare tempo allo stato italiano di rimediare).
di Paolo Di Stefano (Corriere della Sera)
Ha scritto Matteo Renzi: «L’uomo può ciò che vuole, scriveva Leon Battista Alberti, in una frase citata anche da Steve Jobs mentre si accingeva a rivoluzionare il mondo presentando l’iPhone». Nel suo universo c’è un po’ di tutto, dal Dolce stil novo (titolo del suo libro) ai guru del Verbo digitale. Il suo segreto è mescolare, contaminare, non solo alto-basso, basso-alto, ma anche destra-sinistra, sinistra-destra. In realtà, a guardare bene il suo Pantheon, il rottamatore rottama pochissimo. Gli vanno bene la scompostezza di Briatore e il suo opposto, Alessandro Baricco, cui lo avvicina, tra l’altro, il look camicia bianca e maniche rimboccate stile stiamo-lavorando-per-voi. Gli vanno bene Eataly e la Coca-cola: local e global. Usa la Smart, ed è smart lui stesso (copyright Marco Belpoliti). Gli piace Virzì, ma non disprezza Pieraccioni, e non rinuncia alla battuta come Panariello, anche se Benigni-Pinocchio non è male...
Come è lontano il giorno in cui il neo-sindaco di Roma, Marino, e il suo collega di Firenze Renzi, candidato alla segreteria del Pd, passeggiavano insieme lungo i Fori Imperiali in procinto d'essere chiusi al traffico. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. di Stefano Folli (da ilsole24ore.com)
Che in Siria cessi il rumore delle armi. Potrebbe essere questo il primo risultato della conferenza cosiddetta Ginevra 2, tante volte messa in agenda e altrettante saltata, e che è convocata a Montreux il prossimo 22 gennaio. di Antonella Rampino (da La Stampa del 13 febbraio)
di Gian Enrico Rusconi (da lastampa.it)
Dopo anni di retorica europeista è arrivato un generalizzato risentimento anti-europeo, perché la dura realtà sociale ed economica viene da molti imputata univocamente «all’Europa» o a «Bruxelles». Le elezioni europee ci piomberanno addosso interamente strumentalizzate in questo senso e si sovrapporranno fatalmente alle elezioni italiane.
«Siamo di fronte a un'intesa preliminare, che dura sei mesi e comprende un monitoraggio costante: quindi mi sembra un accordo prudente. Ma dopo tanto tempo di gelo è sicuramente un primo passo importante, un risultato parziale ma significativo. Se continueremo tutti quanti a lavorare nella stessa direzione, potrà anche facilitare altri dossier della grande partita diplomatica in corso sul Medio Oriente. Con tutte le necessarie cautele del caso, la mia valutazione è assolutamente positiva». di Paolo Valentino (Il Corriere della Sera)
Regime o democrazia “libera, giusta e trasparente”? Le ultime elezioni in Azerbaijan hanno travolto come uno tsunami i piani alti di Bruxelles, mettendo in imbarazzo la Commissione Esteri del Parlamento europeo che si occupa di monitorare i processi elettorali nei Paesi extra-europei. di Anna Mazzone (da panorama.it)
di Piero Ostellino (Corriere della Sera)
Un Paese nel quale il pensiero, le opinioni, le parole devono ubbidire a una certa Ortodossia pubblica, imposta per legge, non è un Paese libero. L’Italia - con gli innumerevoli divieti che, opponendo un ostacolo alla libera manifestazione del pensiero, prefigurano, di converso, il reato d’opinione - lo sta diventando. L’ignoranza dei fondamenti stessi della democrazia liberale ha prodotto una «bolla culturale», generatrice, a sua volta, di una «inflazione legislativa», che sta progressivamente portando il Paese alla fine delle sue (già fragili) libertà.
Nel silenzio dei cosiddetti «liberali» di Pdl, Scelta civica e Pd, riecheggia la voce anticonformista del solito Pannella: «Francamente, l’idea di mettere in galera chi sostiene che la Shoah non sia mai esistita mi pare segno di un’inciviltà totale». Da sempre amico degli ebrei e di Israele, il leader radicale considera «totalmente illiberale» la legge in discussione al Senato che prevede fino a 5 anni di carcere per «chiunque nega l’esistenza di crimini di guerra o di genocidio o contro l’umanità». di Andrea Cangini (Quotidiano.net)