di Lorenzo Kihlgren Grandi (da affarinternazionali.it)
I paesi del Golfo stanno vivendo una nuova, potente ondata di attivismo veicolato dai social media. Un fenomeno per molti aspetti derivante dalle dinamiche della Primavera araba, che rappresenta una spina nel fianco per i sostenitori dello status quo sociale e politico nella regione.
di Roberto Aliboni (affarinternazionali.it)
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato il 29 novembre a favore dell’affiliazione del Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) come membro osservatore. Lo ha fatto con una larga maggioranza (138 paesi favorevoli su 193, nove contrari, 41 astenuti), alla quale si sono aggiunti dei voti europei, in particolare – e a sorpresa – quello dell’Italia (con l’emergere di un inedita solidarietà sud-europea sulla questione rispetto a un Nord Europa più cauto). Quale significato ha questo sviluppo nell’agitato contesto del Medio Oriente?
di Lorenzo Cremonesi
Le chiamano "spose a basso prezzo". Mogli bambine, facili da trovare, facili da portare via, con le famiglie disposte a tanto pur di veder migliorate anche solo di poco le loro disastrose situazioni economiche nei campi profughi sempre più gremiti e disperati lungo il confine.
di Carola Frediani (da corriere.it)
Google si scaglia contro l’Onu in nome della libertà della Rete. E per farlo lancia anche una petizione online. A essere presa di mira è una conferenza dell’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT), l’agenzia delle Nazioni Unite che raggruppa le autorità di regolamentazione del settore di tutto il mondo, prevista il 3 dicembre a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.
La Conferenza mondiale sulle telecomunicazioni internazionali (Wcit) intende aggiornare e rinegoziare un vecchio trattato sull’informazione, con conseguenze anche sulla regolamentazione della Rete. La tentazione, da parte di alcuni Paesi partecipanti, è di trasferire il controllo delle specifiche di Internet e della gestione dei domini, oggi coordinate in modo aperto da una pluralità di soggetti, alla stessa organizzazione Onu, e quindi in seconda battuta ai governi che vi sono rappresentati.
LA PETIZIONE - Cosa significherebbe tutto ciò? Google non ha dubbi: «L’Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) è il posto sbagliato per prendere decisioni sul futuro di internet»; infatti «solo i governi hanno voce in capitolo dentro l’UIT», inclusi molti Paesi che non hanno al primo posto della loro agenda la difesa della libertà di espressione e di una rete libera e aperta. Inoltre, fanno notare da Mountain View, «l’UIT è un organismo segreto. La conferenza sul trattato e le proposte sono confidenziali».
Se dovessero passare, spiega ancora la Grande G in Take Action, una pagina di protesta creata appositamente che raccoglie le firme degli utenti, potrebbero «aumentare la censura e minacciare l’innovazione». Inoltre richiederebbero a servizi come YouTube, Facebook e Skype di pagare nuovi pedaggi per raggiungere le persone attraverso le frontiere. «E ciò potrebbe limitare l’accesso all’informazione specie nei mercati emergenti».
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La crisi in corso a Gaza è destinata a segnare una svolta sia nella dinamica regionale sia nei rapporti tra mondo arabo e Occidente per come si erano sviluppati dopo l’avvio della Primavera araba, nel 2011. Soprattutto se, come ormai sembra certo, sfocerà in un’altra invasione da parte di Israele. (da affarinternazionali.it)
Il dibattito sulla giustizia ci aiuta a delineare la società in cui vorremmo vivere. Per questo abbiamo voluto mettere al centro della quarta conferenza mondiale Science for Peace che si svolge oggi e domani a Milano il tema della violenza dei sistemi giudiziari nel mondo e in quest’ambito sosteniamo la campagna a favore dell’abolizione dell’ergastolo, che riteniamo una forma di pena antiscientifica e anticostituzionale.
(di Anna Aliberti da marie claire.it)
Molti la conoscono per Pakistan Express - Vivere e cucinare all’ombra dei talebani, ricordi di viaggio accompagnati da profumi, sapori e piatti (tra i libri finalisti al Premio Bancarella della Cucina 2012). Ma Anna Mahjar Barducci, scrittrice italomarocchina che vive tra Roma e Gerusalemme, ha altre ricette per promuovere la pace. L’ultima - ne parlerà alla quarta edizione di Science For Peace (la conferenza organizzata a Milano dalla Fondazione Veronesi che apre i lavori venerdì 16 novembre, per concludersi il giorno dopo) è un libro scritto con la figlia Hili, La mia scuola è il mondo - in uscita per Melagrana Edizioni.
di Azzurra Meringolo (*)
Dilemma sui sussidi e sostegno alla transizione democratica. Queste le questioni sulle quali si sono concentrati i cittadini egiziani che hanno osservato la corsa alla Casa Bianca. In parte rassegnati per la mancanza di cambiamenti significativi all’interno del loro paese, sono stati sempre di più quanti hanno guardato il voto negli Stati Uniti senza particolari aspettative.
di Paolo Lepri
Peer Steinbrück, l'uomo che fra un anno sfiderà Angela Merkel, è noto anche per il suo tagliente sarcasmo. E non vuole smentire la sua fama. Accetta volentieri le congratulazioni per la sua nomina a candidato cancelliere della Spd, ma aggiunge subito: «C'è anche chi mi fa le condoglianze». Siamo al Willy-Brandt Haus, il quartier generale e la casa della cultura dei socialdemocratici tedeschi, dove lavora in una stanza luminosa, all'ultimo piano, che guarda verso gli spazi sterminati del quartiere di Kreuzberg.
di Davide Frattini
ARSAAL — Il tesoro di Ali sono duecento grammi di carne d’agnello e il video di una battaglia persa. Ha marciato fino a queste montagne tre giorni fa, assieme ad altri quattrocento in fuga dal villaggio siriano di Zahraa, dieci ore di cammino per evitare le imboscate nei campi senza riparo e aggirare le postazioni del regime.
di Luca Gambardella (da Affari Internazionali)
La Qatar national bank (Qnb) ha avviato le trattative per acquisire il 77% della sussidiaria egiziana di Société Générale, la Nsgb, ovvero il secondo gruppo bancario privato egiziano. La penetrazione strategica dell’emirato del Golfo prosegue nei paesi interessati dalla Primavera araba. Lo fa a 360 gradi volgendo lo sguardo anche ai mercati finanziari del Nord Africa scalzando gli istituti europei in affanno. E anche la competizione lanciata all’Europa nel settore della ricostruzione e delle infrastrutture si preannuncia serrata. Ecco come il Qatar trae vantaggio dalla crisi delle banche europee.