“Segheremo gli alberi di quel parco, saranno ripiantati in un altro posto”. Come se la rivolta in atto sotto il cielo turco affondasse le proprie radici unicamente nella terra di uno degli ultimi polmoni verdi di Istanbul, il Gezi Park. Ma così non è ed Erdogan lo sa bene.
Con la decapitazione di un cittadino pakistano che era stato riconosciuto colpevole di traffico di eroina, identificando il giustiziato come Wajid Ali Zarnoosh, giungono a 50 le esecuzioni praticate dall’inizio dell’anno in Arabia Saudita, in base ad un conteggio tenuto dalla AFP.
Il cemento divora gli alberi e con essi l'ossigeno. Erdogan divora la laicità, e con essa la libertà. Quarto giorno di scontri, in Turchia, e migliaia di cittadini continuano a riversarsi per le strade in diverse città del Paese. Quello che è chiaro, ormai, è che non è più - non è unicamente - la distruzione di uno dei pochi parchi rimasti a Istanbul ad aver innescato la rivolta dei giovani (e non solo), prontamente definita dalla stampa internazionale come la 'primavera turca'.
E' stato un “momento non glorioso” quello in cui Bruxelles ha deciso di far cadere l'embargo sulla fornitura di armi all'opposizione siriana. E l'Italia dirà 'no'. Non ha nascosto la sua delusione, la ministra degli Esteri Emma Bonino nel constatare nuovamente l'incapacità dell'Ue di raggiungere una posizione comune sulle sanzioni alla Siria in scadenza il primo giugno.
Che fine hanno fatto i giovani protagonisti delle rivoluzioni arabe iniziate nel dicembre 2010? A questa domanda cerca di rispondere il nuovo Speciale di AffarInternazionali, la rivista online realizzata dall’Istituto Affari Internazionali (IAI), fondato nel 1965 da Altiero Spinelli. di Ermes Antonucci
In fiamme il 'modello svedese'. Quella appena passata è infatti stata la terza notte di scontri nella periferia nord di Stoccolma, capitale di un Paese in cui da decenni svetta la bandiera dell' integrazione, del benessere, della giustizia sociale.
“Tra lucidità e follia c’è solo una sottile linea rossa” diceva lo scrittore Rudyard Kipling. In Siria quel confine è stato calpestato già da troppo tempo insieme a migliaia di vite umane. di Francesca Pisano
“Se vi parlassi da radicale vi direi di tutto di più, ma sono qui da ministro”. Emma Bonino, neo titolare della Farnesina, parla chiaro davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato: l'Italia deve voltare pagina. Lunghezza dei processi, violazione dei diritti della difesa e situazione carceraria costituiscono la 'lettera scarlatta' attaccata al petto di un Paese più volte richiamato e condannato dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo.
“Confermare un rinnovato impegno dell’Italia per quanto riguarda la questione Somalia” così Emma Bonino si è rivolta ai giornalisti in occasione della Conferenza internazionale sulla Somalia che si è svolta Londra lo scorso 7 Maggio, nel suo esordio internazionale come ministro degli esteri italiano. di Francesca Pisano
“Il 2014 costituirà un anno di opportunità per l’Europa. A cento anni dallo scoppio della prima guerra mondiale, sotto la presidenza di turno italiana, daremo nuovo impeto al progetto federale, che permetta un risparmio per i bilanci nazionali”. Lo ha detto il Ministro degli Esteri Emma Bonino, parlando al summit internazionale “The State of the Union” a Firenze.
Nella Lancaster House, sede di rappresentanza del Foreign Office britannico, a pochi passi da Buckingham Palace, 54 delegazioni di Paesi sovrani e organizzazioni non governative discutono del piano “Six Pillars” (Sei Pilastri) per riportare la pace e per la ricostruzione della Somalia.
![]() |
é uscito il N° 119 di Quaderni Radicali "EUROPA punto e a capo" Anno 47° Speciale Maggio 2024 |
![]() |
è uscito il libro Edizioni Quaderni Radicali ‘La giustizia nello Stato Città del Vaticano e il caso Becciu - Atti del Forum di Quaderni Radicali’ |
![]() |
è uscito il libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "Napoli dove vai" |
![]() |
è uscito il nuovo libro di Giuseppe Rippa con Luigi O. Rintallo "l'altro Radicale disponibile |