Durante la loro storia arcaica e repubblicana i romani usarono il termine dictator per designare una magistratura straordinaria prevista dalla 'costituzione' della res publica che con Silla e poi con Giulio Cesare assunse però i connotati di un potere accentrato, senza controlli, quantunque dotato di un imposto riconoscimento istituzionale e giuridico. di Giovanni A. Cecconi
Zuccherosi. Mi pare che questo incipit suoni bene per definire i reciproci complimenti fra Grillo e Pannella, che - abbandonati i soliti epiteti da avanspettacolo (Grillo) e le logorroiche espressioni chilometriche di pensieri zeppi di incisi (Pannella) - hanno avuto a distanza un rapporto di amorosi sensi. di Fabio Della Pergola
Sull’Unità del 7 luglio un paginone intitolato “Vi affascino col male” era dedicato a Walter Siti, vincitore dello Strega 2013 con 'Resistere non serve a niente'. Il romanzo ruota attorno a un giocoliere dell’alta finanza e lascia evaporare la distinzione tra bene e male nei “buoni sentimenti” del protagonista che restano incerti e irrisolvibili nel confondere soldi puliti e sporchi senza distinzione. di Giovanna Bruco
A quanto pare non sono solo i giovani italiani ad emigrare in cerca di lavoro e opportunità di carriera senza ricorrere a raccomandazioni e sistemi clientelari, ora ci sono anche i “nonni con la valigia”. Un numero crescente di anziani, infatti, sceglie di lasciare l'Italia per poter vivere in maniera più dignitosa: in 500mila ricevono pensioni all'estero, una dura realtà in questi anni di crisi. di Giovanna D’Arbitrio
Il sogno di una Turchia finalmente pacificata, quel sogno che aveva permesso a Recep Tayyip Erdoğan di accreditarsi presso le cancellerie europee a dispetto di un pedigree politico non esattamente impeccabile, è infranto. A pagarne il conto saranno,comunque vada a finire, quelli della cricca del primo ministro; se per dieci anni hanno potuto condurre i loro affari senza incontrare alcuna resistenza, ora si trovano a fare i conti con quello che in Turchia è un nuovo soggetto politico: il cittadino. di Gianluca Grossi
«Gli estremi non pagano. Anzi: costano caro…». Si conclude così l’odierno corsivo di Rosso Malpelo (alias Gianni Gennari) nella consueta rubrica “Lupus in pagina” che il giornalista cura per Avvenire. A chi si riferisce Gennari? Forse ai black bloc che devastano i cortei nonviolenti, ai neofascisti di Forza Nuova che indisturbati invadono Roma con i loro manifesti deliranti, ai neonazisti greci di Alba Dorata o a quelli del MIEP ungherese?