In occasione della visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rouhani il 25 e 26 gennaio, "i massimi rappresentanti dello Stato italiano hanno il compito di porre la questione del rispetto dei diritti umani universalmente riconosciuti": è quanto sollecita Nessuno tocchi Caino, che a Roma ha presentato un rapporto sulle esecuzioni e altri abusi dei diritti umani in Iran dal titolo "Il volto sorridente dei Mullah".
È sempre stato difficile, se non impossibile dal punto di vista umano, non sostenere la battaglia condotta da Ilaria Cucchi per giungere alla verità sulla morte di suo fratello Stefano. Non siamo medici, certo, né tantomeno seguaci della religione dell'uomo qualunque, secondo la quale chiunque detiene il diritto se non il dovere di esprimersi su qualsiasi argomento esistente pur non avendo le competenze necessarie per farlo; ma a prescindere dalle valutazioni di tipo medico, le foto che ritraggono il corpo del cadavere del 32enne geometra romano, con quegli evidenti lividi, ematomi e traumi fisici non presenti nelle foto scattate dalla polizia penitenziaria nel momento in cui Stefano ha fatto il suo arrivo nel carcere di Regina Coeli, esternano una realtà che lascia spazio a ben pochi dubbi. di Ermes Antonucci
Il bollettino delle condanne a morte nel mondo di solito passa quasi inosservato e diventa oggetto della contabilità quotidiana solo di chi si batte per la moratoria delle esecuzioni capitali, come per esempio l’associazione radicale Nessuno Tocchi Caino. Questa volta però la notizia sui 47 giustiziati con cui l’Arabia Saudita ha inteso inaugurare il 2016, ufficialmente contro Al Qaeda, ha avuto il giusto risalto sui media internazionali: un po’ perché in periodi di vacanza natalizia si va a caccia "disperata" di temi da trattare per riempire i giornali e le scalette scarne dei tg, un po’ perché tra i giustiziati figura l’imam sciita, Al Nimr, accusato di ribellione armata, di disobbedienza alla monarchia e di aver favorito gli interessi di una potenza nemica dell’Arabia Saudita, ovvero l’Iran.
È in questi giorni in Italia Yu Xinqiao, poeta e pittore dissidente cinese, per il ritiro di un Premio speciale “per l’analisi dei rapporti tra potere e cultura condotta attraverso le sue opere e per la sua indefessa attività di promozione della nonviolenza come strumento di elevazione dell’individuo e della società”. di Marta Palazzi
Mia moglie ed io festeggiamo quest’anno il Natale per noi più profondo, e quindi più bello, della nostra vita matrimoniale, ormai considerevolmente lunga. di Silvio Pergameno
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