L’effetto è quello del domino: un tassello si abbatte sull’altro, che a sua volta cade su un altro ancora. Sta accadendo alla tanto discussa Legge 40 sulla procreazione assistita, demolita pezzo dopo pezzo dalle sentenze dei giudici.
Nel week end prossimo il Presidente dell’Iran, Hassan Rouhani, verrà in Italia. Ha scelto Roma come prima capitale europea da visitare, indicando nell’Italia la “porta d’ingresso” verso l’Occidente. Il viaggio segue l’inizio del “disgelo” nelle relazioni deciso anche dagli acerrimi nemici degli ayatollah persiani, ovvero gli Stati Uniti. L’Iran vuole aprirsi così al mondo e il mondo tende la mano, anche a seguito delle contingenze tragiche dovute al comune nemico Isis, che fanno chiudere gli occhi sulla situazione interna al paese islamico.
Il 26 giugno 2015 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha, di fatto, legalizzato il matrimonio gay in tutto il paese, con una storica sentenza in cui si è stabilito che gli Stati debbano consentire di accedere a questo istituto a chiunque lo voglia e che debbano essere riconosciuti i matrimoni contratti al di fuori dei loro confini. In Italia accade invece l’opposto: qualche giorno fa il Consiglio di Stato ha stabilito l’impossibilità di registrare nel nostro Paese i matrimoni tra persone dello stesso sesso contratti all’estero e ha attribuito ai prefetti il potere di annullare l’atto civile. di Marta Palazzi
L’Italia ha un “obbligo giuridico”: non c’è spazio per il velleitarismo ideologico e gli esperimenti propagandistici di una maggioranza che si “accapiglia sui massimi sistemi”. A rimettere in carreggiata il dibattito sulle unioni civili ci ha pensato il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Nell’intervista rilasciata pochi giorni fa a Repubblica si è richiamato alla sentenza della Corte di Strasburgo datata 21 luglio 2015, in cui si dice “chiaro e tondo che l’attuale assetto normativo non tutela i diritti di una parte di cittadini”. di Ludovica Passeri
A volte pare quasi che ci siano persone con una predisposizione innata e un destino ben preciso. Eva Fischer sembra essere stata una di queste. Nata a Daruvar, nella ex Jugoslavia nel 1920 da genitori di origine ungherese, fin da piccola dimostrò la sua predisposizione all'arte. di Elena Lattes
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