Lo scandalo soprannominato "Mafia Capitale" è, nella vulgata, un affare tra criminali poco accorti e politici corrotti, fondato sulla gestione di alcuni campi nomadi e centri d'accoglienza tramite cooperative in cattiva fede e i contatti di un personaggio "nero". Sempre secondo la vulgata, i corrotti sono ormai stati assicurati alla giustizia: la città è governata da personalità al di sopra di ogni sospetto e i cittadini non hanno nulla da temere. … di Camillo Maffia
Ai Weiwei è uno dei più famosi artisti cinesi contemporanei. Il progetto dello Stadio Olimpico di Pechino, costruito in occasione dei Giochi del 2008, porta anche la sua firma. Attraverso le sue opere e i social media, non esprime solo la sua arte, ma la connota politicamente, organizzando e portando avanti le critiche e il dissenso nei confronti del regime cinese, tanto che nel 2009 il suo blog, aperto quattro anni prima, viene chiuso dalle autorità cinesi per aver pubblicato le rivendicazioni dei sopravvissuti al terremoto del Sichuan, di cui l’artista si era fatto acceso portavoce, e per le critiche all’organizzazione delle Olimpiadi. di Marta Palazzi
Esattamente 3 anni fa si scriveva su questa Agenzia di “bega del Partito democratico” su uno dei temi, quello delle Nozze gay, che fanno salire la tensione tra l‘anima laica del partito e quella che risponde ai dettami di Sanctæ Romanæ Ecclesiæ. Una situazione classica che investe più in generale e trasversalmente l’intero Parlamento e che si tramanda di legislatura in legislatura, senza che se ne venga a capo, con proposte di legge che si perdono per strada, lasciando solo il ricordo di acronimi bizzarri e respingenti (pacs, dico, didore…), mentre resta il vuoto normativo a dispetto della necessità di legiferare per adeguarsi ai mutamenti di una società in evoluzione.
“Fate l’amore non vi fate le canne”. Messa così, in termini di puro piacere primordiale, potrebbe anche funzionare l’opinione di Matteo Salvini, che per esprimere la contrarietà alla proposta di legge sulla marijuana legale imputtanisce il tutto, dicendosi “personalmente favorevole alla legalizzazione della prostituzione, perché fino a prova contraria il sesso non fa male la cannabis sì»... di Antonio Marulo
Il 9 Luglio 1995, le truppe militari serbo-bosniache guidate da Ratko Mladic iniziano l’attacco alla città di Srebrenica che porterà al massacro di migliaia di musulmani bosniaci: circa 8.372 persone senza contare i dispersi. Tutto questo sotto gli sguardi dei caschi blu olandesi, colpevolmente inermi. A distanze di 20 anni l’Onu commemora la tragedia, che l’ha vista distinguersi in negativo nel corso della guerra in Jugoslavia, con il mancata approvazione della risoluzione che avrebbe messo nero su bianco al riconoscimento del “genocidio”.
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