Qualcuno potrebbe pensare che la Corte europea dei diritti umani si stia accanendo contro l’Italia. O forse è l’Italia che negli anni si è accanita in spregio ai diritti umani. Pochi giorni fa, infatti, la condanna per la tortura alla Scuola Diaz, oggi la sentenza su Bruno Contrada, condannato per “concorso esterno in associazione mafiosa”: un reato non “sufficientemente chiaro” all’epoca dei fatti, dicono i giudici di Strasburgo.
Cinque prigionieri sono stati impiccati in Pakistan tra il 7 e 9 aprile, portando a 69 il numero delle esecuzioni da quando sono riprese nel dicembre 2014. Il 7 aprile Jafar alias Kali è stato giustiziato nel carcere di Sahiwal. Era stato condannato nel 2000 per aver ucciso due fratelli, Khalil e Sadia, per una disputa sulla terra nel 1997.
In risposta alle polemiche nella Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti, in cui Matteo Salvini si è distinto ancora una volta per la sua attenzione ai diritti umani affermando di voler "radere al suolo i campi Rom", ecco le testimonianze esclusive delle violenze subite dalla comunità Rom di via Amarilli a Roma, che vanno a nostro avviso inquadrate nella più ampia questione della crisi dello Stato di diritto nel nostro Paese, vissuta dalla minoranza Rom in modo particolarmente doloroso. di Gianni Carbotti e Camillo Maffia
- L'altra faccia della violenza contro la comunità Rom di via Amarilli a Roma (da Agenzia Radicale Video)
"Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti". Questo recita l’articolo 3 della convenzione sui diritti dell’uomo, violato dalla stato italiano relativamente ai fatti della scuola Diaz, secondo quando deciso all’unanimità dalla Corte europea di Strasburgo. Per la Corte europea dei diritti umani quanto accaduto il 21 luglio 2001, in occasione dell’ormai tristemente noto vertice dei G8 di Genova, “deve essere qualifica come tortura”.
Pasqua e pasquetta in carcere per Marco Pannella, Rita Bernardini, Paola Di Folco e Isio Maureddu. Domenica 5 aprile i quattro esponenti radicali hanno visitato il carcere di Rebibbia, lunedì 6, alla stessa ora, sono entrati a Regina Coeli. “Secondo i dati diffusi dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria al 31 marzo 2015 – ha dichiarato Rita Bernardini, Segretaria di Radicali italiani, giunta al 33esimo giorno di sciopero della fame - i detenuti presenti nei 200 istituti penitenziari italiani sono 54.122 e tornano a risalire dopo gli effetti dovuti ai vari provvedimenti 'svuotacarceri'...
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