Spesso la normalità, l'ovvio, o ciò che dovrebbe essere tale, diventa rivoluzionario. Per esempio, dovrebbe in teoria essere scontato che gli autori di un programma di approfondimento politico si scelgano liberamente tempi, modi e criteri delle cosiddette ospitate in tv, senza lasciarsi dettare le regole dai responsabili della comunicazione dei partiti. Invece, da qualche tempo a questa parte è in uso esattamente l'andazzo contrario.
Danilo Toninelli è una delle menti “migliori” della prima covata grillina, se è vero che scalando le posizioni oggi si ritrova capogruppo al Senato del M5S. Più che per le apparizioni continue alle spalle di Luigi Di Maio nelle dichiarazioni di rito post consultazioni, in queste settimane si è distinto per la sua capacità di "massima concentrazione", di cui ha voluto informare tutti postando una memorabile foto sui social network. Ma non contento...
Abbiate pazienza. Si sta – come dice Luigi Di Maio – “scrivendo la storia”. O, meglio, lo storytelling, che preserva il linguaggio della propaganda che ha illuso gli elettori, svuotandolo però dei contenuti conosciuti.
A un certo punto qualcuno avrebbe pure scommesso su Domenico De Masi ministro di un ipotetico governo Di Maio. Non è stato così. In linea con quanto andava sostenendo, il Professore si è mantenuto sempre “neutrale”. Ha fatto solo lo studioso, incuriosito da un fenomeno straordinario - “un movimento che in 5 anni raggiunge il 30%, con un leader di 31 anni” - che “per un sociologo è come il passaggio di una cometa per un astronomo”. di Antonio Marulo
Alla fine è sempre colpa di B., anche quando toglie il disturbo. Tant'è che ti vien voglia di solidarizzare, pur se a malincuore. Questo grazie a Marco Travaglio, che vive – immaginiamo – momenti difficili, drammatici, in attesa di qualcosa che faccia saltare tutto, affinché non risulti vano l'enorme sforzo profuso in mesi di propaganda a favore dei grillini.
Bisogna dargli atto, hanno sempre la risposta pronta... Ammirevoli per come giustificano le proprie piccole o grandi magagne, sono bravi a dare la sensazione di essere i primi a credere davvero a cio che dicono, anche quando si rasenta il ridicolo. Le recenti uscite di Roberto Fico confermano questa indubbia qualità dei grillini, mostrata più volte nel tempo.
Tra le parole chiave della politica c'è “dialogo”, tornato di moda in questi giorni dopo mesi e mesi di intransigente campagna elettorale all'insegna dell'insulto. Il M5S ci fa oggi i conti, perché solo dialogando si possono raggiungere i numeri per governare.
A quanto pare sono durate meno del previsto le passeggiate romane di Roberto Fico. Avevano fatto pateticamente scuola tra gli altri esponenti politici nei giorni delle consultazioni e stavano un po' sfuggendo di mano.
Terminate le doverose celebrazioni del 25 aprile, il gioco delle consultazioni riprenderà con il secondo giro di giostra dell'incaricato esploratore. Roberto Fico dovrà verificare a che punto stanno le cose dopo le aperture a un accordo M5S-Pd. A giudicare da quanto accaduto dai minuti successivi alle dichiarazioni di Di Maio e Martina, l'ipotesi al vaglio resta peregrina.
A gingillarsi con due forni, però, si finisce per scottarsi... di Luigi O. Rintallo
- Pd, l'alleanza suicida intervista a Biagio de Giovanni (da Il Dubbio)
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