Nell'ultimo giorno di incontri al vertice prima della pausa si conferma una certa confusione nel governo. Ai due vicepremier preme dare l'idea che si stanno rispettando gli impegni elettorali. Nella migliore delle ipotesi nella prossima manovra ci sarà un assaggio, nulla di effettivo. Più che altro bisognerà imbastire una fornace con un po' di fumo su reddito di cittadinanza, flat tax e legge Fornero. Ma già solo per questo non è facile far quadrare i conti.
Per ora ha buon gioco Luigi Di Maio quando scrive sui social network, rivolgendosi al suo popolo, che andrà “avanti col massimo delle energie perché so che siete con noi, con un governo che finalmente pensa ai cittadini e non alle lobby”. Gli danno manforte i sondaggi, quelli a cui si risponde a domande semplici su problemi complessi che nemmeno si conoscono. di Antonio Marulo
Cosa sarebbe accaduto a parti invertite? Quale putiferio mediatico avrebbero scatenato i 5 stelle, se fossero stati all'opposizione, dopo una notizia del genere? E così via... questa retorica rischia di accompagnarci per tutta la legislatura, ogni volta che i protagonisti del “cambiamento” andranno a sbattere sui sacri principi che hanno sedotto tanti italiani.
In certi casi, nel dubbio, si grida al complotto. Per i 5 Stelle è un classico. Complottisti quando erano all'opposizione, figuriamoci ora che sono al governo. E il pasticcio infinto sul "Decreto dignità" ci offre conferma.
A proposito di sprechi, se c'è un comparto bisognoso di essere razionalizzato per renderlo produttivamente più efficiente ed economicamente meno costoso questo è senza ombra di dubbio alcuno quello dei ministeri, la cui pletorica forza lavoro, volgarmente detta dei ministeriali, nel tempo è assurta a simbolo non proprio positivo degli eccessi di burocrazia e parassitismo della Pubblica Amministrazione.
L'idea pare non sia nuovissima. Il Capocomico l'aveva già espressa qualche tempo fa. Ora la rispolvera in ossequio a quel vezzo tanto in voga di spararne almeno una al giorno per mantenere caricare la cosiddetta base in subbuglio.
E' diventato un classico. Di questo passo finirà che le uscite quotidiane di Matteo Salvini verranno quotate dai bookmakers britannici. Ogni giorno ce n'è una. Ieri i migranti e le Ong, oggi i rom, domani Saviano, senza trascurare la strizzatina d'occhio agli evasori fiscali, mentre un menzione speciale alla Legge Fornero ci sta sempre bene. L'ultima fresca di giornata è dedicata ai vaccini...
Parafrasando, purtroppo questo ministro degli Interni dobbiamo tenercelo. E pure a furor di popolo. Matteo Salvini detta infatti inesorabile l'agenda e tutti appaiono impotenti a rimorchio. Perché parla alla pancia degli italiani. O, peggio, forse lui stesso si è fatto pancia.
Sulla vicenda Luigi Di Maio ha parlato di equivoco. Come di equivoco si deve parlare probabilmente per buona parte di chi ha scelto il 4 marzo la presunta banda degli onesti quali soggetti del “cambiamento”.
Perché da loro, i grillini, “chi sbaglia paga”. Da loro, dice Di Maio, “per cose così gravi la presunzione di innocenza non esiste”. Il che, va detto, è coerente con l'indole manettare che li contraddistingue...
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