Tutto si può dire di Emma Bonino, compreso qualche parolina di biasimo per la scelta elettoralistica del 4 marzo, tranne che non abbia il coraggio di andare controcorrente. Dal nome +Europa, quasi una bestemmia di questi tempi, alle politiche sull'immigrazione e l'accoglienza, la linea di questa campagna elettorale ha seguito infatti sentieri impervi, noncurante della vulgata demagogica e populista prevalente.
In attesa del botto finale annunciato per giovedì, i primi nomi di un ipotetico governo monocolore pentastellato non possono che lasciar delusi quanti contavano sulla carta jolly della lista dei ministri diffusa da Luigi Di Maio.
Marco Travaglio preferisce il M5S. Se si recherà alle urne, è intuibile a chi darà il suo voto. Ça va sans dire, direbbero in Francia. Non è una sorpresa, infatti, dopo settimane di campagna elettorale sfacciatamente pro-grillina nei talk tv di La7, senza considerare il 'Fatto quotidiano'.
A quanto si apprende, il “Lucano dell'anno” ed eccellentissimo candidato in Basilicata del M5S, Salvatore Caiata, è oggetto di indagini per riciclaggio, in relazione alla sua attività imprenditoriale a Siena e dintorni.
A distanza di decenni, qualcuno aveva immaginato per l'eroe Mundial un posto in un'altra squadra, quella dell'ipotetico governo a 5 Stelle, di cui si attende con curiosità la formazione prima del voto.
Fare politica costa, eccome. Invece, da anni ci vogliono far credere che si possa fare a meno dei denari e ci raccontano la favola sul parlamentare francescano, come diceva Grillo dal resort di lusso in Kenia. A maggior ragione, in momenti di crisi, ci hanno detto pure che bisogna dare il buon esempio, rinunciando al vitalizio, o donando metà dello stipendio a fondi per le piccole e medie imprese. Ma poi...
Non si è spenta ancora l'eco delle polemiche sul candidato “scroccone” Dessì, ed ecco spuntare il caso di altri due sacerdoti dell'onestà colti a razzolar male sui rimborsi. Il fatto non sarebbe di per sé clamoroso e così grave, se non toccasse uno dei cavalli di battaglia antipolitica su cui si fonda la propaganda grillina...
L'hanno pure definito fin troppo generosamente “cattivo maestro”, con eccessiva considerazione per le sue presunte capacità di fare scuola. Piuttosto, Matteo Salvini si fa solo interprete di un certo luogocomune sentire...
Trattati come un Mugello qualsiasi. Nel collegio di Bologna “la rossa” non ci stanno dormendo, probabilmente. Questa volta non c'è però da votare Antonio Di Pietro, che ottenne il passi rosso-toscano per entrare in Parlamento, dopo aver terminato il "compito" di Mani pulite.
Meno male che c'erano le paludi. Altrimenti non ci sarebbero state le bonifiche, divenute poi la carta jolly da giocarsi per riabilitare in qualche modo il Ventennio. Perché anche “cose buone” furono fatte allora. O no?!
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