Dopo una sequela di aggressioni a colpi di coltello da parte di palestinesi contro soldati, agenti di polizia e civili israeliani, seguita dalle ritorsioni israeliane, un sentimento di angoscia e insicurezza permea Gerusalemme, impedendo la normalità del vivere quotidiano. di Giorgio Gomel (da Affari Internazionali)
Si può dire, umilmente e sommessamente, che questo Papa sta un po’ esagerando? Ieri si è saputo che ha scritto all’ex consigliere capitolino di estrema sinistra Andrea Alzetta detto Tarzan, collezionista di denunce per violazione di domicilio e invasione e devastazione di edifici, esortandolo «a occuparsi di chi non ha casa». Invito che l’interessato ha interpretato come un «caldo incoraggiamento» a occupare le case altrui. di Massimo Gramellini (lastampa.it)
Va bene, pagheremo quell’odioso balzello denominato «canone Rai» con la bolletta dell’elettricità. Ciò non toglie che saremo costretti a pagare una tassa iniqua e ingiustificata. Perché è un residuo di un’epoca finita, quella in cui non esisteva il telecomando, lo smartphone, il tablet, e non esisteva nemmeno il computer. di Pierluigi Battista (da corriere.it)
Non basta essere un malato terminale per avere ragione, nemmeno se ci si autosospende le terapie per ottenere ascolto dal Parlamento. Potrebbe essere un ricatto, basato su una pretesa assurda. Ma Massimiliano “Max” Fanelli chiede “semplicemente” che la Costituzione sia rispettata e che il Parlamento la smetta di disonorare se stesso. di Marco Cappato (da 'Il Manifesto')
Chi è stato? Ma soprattutto a chi giova? Il terzo e più sanguinoso attentato che ha funestato la Turchia (prima Diyarbakir, poi Suruç e ora Ankara) pone queste domande. di Marco Guidi (da Affari Internazionali)
È possibile che l’Italia aumenti il suo impegno militare in Iraq nelle operazioni contro il cosiddetto califfato. È molto probabile che la Nato richieda un prolungamento della presenza militare in Afghanistan. di Stefano Silvestri (da Affari Internazionali)
Il cambiamento della regola (ma anche i comportamenti diffusi) sui soldi nel Movimento cinque stelle è ormai qualcosa imposto dalla brutale realtà dei fatti. Ma anche su altre cose, per esempio il sì o il no alle trivellazioni, o il dogma etico, prima che politico, della trasparenza di bilancio, è in corso una mutazione complessiva del progetto che non può lasciare inerte il francescano Casaleggio. E certo non può esser taciuta inneggiando alla «svolta pragmatica» del Movimento. di Jacopo Jacoboni (la stampa.it)
La differenza fra Bill Clinton e Barack Obama – insieme 16 anni di potere americano democratico, sia domestico che globale – è la politica. Lo ha detto una volta Leon Panetta che dell’amministrazione Clinton fu il chief of staff, la carica di maggior potere dopo quella del presidente, e con Obama è stato segretario alla Difesa e capo della Cia. di Ugo Tramballi (Affari Internazionali)
Quando verrà superata quell’invisibile barriera al di là della quale difendere Israele diventerà un reato? Quando arriverà il momento, qui in Europa, in cui affermare che Israele è un’isola di civiltà circondata da regimi liberticidi (in tutte le possibili varianti: dal più soft paternalismo autoritario al più feroce totalitarismo religioso) basterà per farsi trascinare in un tribunale sotto l’accusa di incitamento all’odio razziale? di Angelo Panebianco (Corriere della Sera)
Non ha mandato soltanto i caccia Rafale a bombardare le basi dell’Isis in Siria, il presidente francese François Hollande si è anche solennemente pronunciato perché sia salvata la vita di Mohammed al Nimr. Il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, non ha fatto né una cosa, né l’altra. E se possiamo capire le ragioni di prudenza che hanno determinato la scelta di non correre il rischio di provocare un secondo «caso Gheddafi» (cioè l’abbattimento di una tirannide senza calcolare gli effetti di questa nobile impresa), non riusciamo a comprendere i motivi del mancato pronunciamento sul caso che riguarda l’Arabia Saudita. di Paolo Mieli (dal corriere.it)
Ormai è un dato di fatto: nonostante la legge 194 sia in vigore da quasi 40 anni, interrompere una gravidanza in Italia è ancora molto difficile. Lo dimostrano le cifre, lo raccontano le storie e lo ha messo per iscritto il Consiglio d’Europa, che di recente ha condannato il nostro Paese per non aver rispettato il diritto alla salute delle donne che vogliono interrompere la gravidanza. di Arianna Giunti (da l'Espresso)