Sembra un gioco, ma Benjie Basili Morris espone a Roma in una personale che ricorda molto ''Ander Senno Sogno'', fatta nel 2013 da Luigi Ontani al museo Hendrik Christian Andersen - tra l’altro da me recensita proprio tra le pagine di Agenzia Radicale - con la differenza che in questo caso l’artista in questione è Benjie che ha collocato le opere fra quelle di Ontani. Il risultato è un surplus di giocosa inventiva. di Giovanni Lauricella
Anatomy of Restlessness (Anatomia dell’irrequietezza) è il titolo della mostra, che probabilmente si rifà al libro di Bruce Charles Chatwin (Sheffield, 13 maggio 1940 - Nizza, 18 gennaio 1989), scrittore viaggiatorebritannico ossessionato dalla ricerca di non comuni aspetti psicologici della natura umana e delle cose,sul tema del viaggio, della scoperta, dello studio storico e sociale dell'uomo,contemplando anche il nomadismo e le implicazioni del possesso dell’opera d’arte. di Giovanni Lauricella
Alla galleria Menexa potrete fare un viaggio visuale tra le mille posizioni e aspetti differenti che può assumere l’atto sessuale dell’uomo e degli animali: una versione rivista e corretta di quello che storicamente l’uomo ha da sempre prodotto, come il Ninoursag / Hathor in Egitto o le Scene di sesso del Tempio Vishnavath, Khajuraho, Madhya Pradesh in India,dove Shivalingam segna la fusione della forma con l’assoluto nell’atto sessuale dell’uomo con la donna e lo Schivam rappresenta la bontà favorevole del buon auspicio, mentre Ganesha in sanscrito è infine la moltitudine che da un chakra ad un altro sostiene e dà forza alla ruota della vita. di Giovanni Lauricella
Da quando il sociologo Zygmunt Bauman ha introdotto la globalizzazione nella rivista Economist nel 1962 e nella sua sterminata produzione libraria con la pubblicazione di Liquid modernity nel 2000, parlare di stati, nazioni e aree geografiche è diventato sempre più scomodo, quasi una autodenuncia di limiti culturali che sarebbe meglio nascondere. di Giovanni Lauricella
Rari sono i personaggi che incarnano l’arte come fa Macchia, in una scena mondiale che si fa sempre più noiosa perché senza quella carica vitale che ha caratterizzato tanti grandi artisti, carica che invece abbiamo visto in atto in questi giorni sulle otto gradi tele che primeggiano nella galleria di Pio Monti. Si rivelano nella composizione artistica di Macchia valori che si esprimono a gran forza, come se urlassero quelle capacità attoriali poste a funzione di rappresentarla, nei colori e nelle forme o in pubblico, come nelle performance che interpretava per Vittor Pisani o in teatro o al cinema. di Giovanni Lauricella
Chi è che protegge? Chi viene protetto? E da che cosa? E’ il quesito che Virginia Ryan pone a chi visita la sua mostra a Montoro 12 Contemporary Art un pretesto per scrutare le anomalie sociali che affliggono il XXI secolo. di Giovanni Lauricella
Da alcuni mesi fervono a Napoli iniziative di tipo culturale, più o meno valide. Troppo dispersive, però. Forse dovrebbero utilmente organizzarsi intorno a un centro comune, che potrebbe essere la stessa Napoli, la sua identità, la sua storia. di Adriana Dragoni
Mostra antologica di Baldo Diodato alla GNAM di Roma: un evento importante perché dà un riconoscimento dovuto a una personalità di spicco che da anni calca la scena romana e internazionale. di Giovanni Lauricella
Arduo è aggiungere qualcosa di nuovo e degno di confrontarsi con i numerosi testi critici collezionati da Sergio Ceccotti nella sua lunga e prestigiosa carriera, consumata in varie parti del mondo, anche perché pochi artisti come lui si distinguono una per coerenza e continuità di ricerca, costituendo una personalità unica in un andamento culturale che troppo spesso cede a mode e addirittura ad eventi che confondono le aspettative dei cultori dell’arte. di Giovanni Lauricella
La galleria RvB Arts a Roma, in via delle Zoccolette e in via Giulia, in uno dei più prestigiosi show room romani di arredamento Valligiano, che vanta appunto ben due sedi che hanno le vetrine lungo alcune delle più belle e importanti strade del centro storico e dove sono esposti anche numerosi oggetti di vario artigianato e fashion design, ha esposto una doppia personale inaugurata lo scorso giovedì 21 aprile. Sono alla ribalta Vera Rossi e Gian Lorenzo Gasperini. di Giovanni Lauricella
Gli ultimi giorni di Pompei, ovvero The last days of Pompei di Edward Bulwer Lytton (1834), fu un libro di successo. Ispirò vari film, la cui uscita fu scandita nel tempo: nel 1908, nel 1913, nel 1959 e nel 1984. Sullo stesso argomento, l'eruzione del Vesuvio del 79 d. C., si aggiunsero altri libri, i filmati confezionati per la presentazione di mostre e i documentari: tutti hanno avuto successo. La fama di Pompei è dovuta forse soprattutto a questi racconti della catastrofe, delle fiamme, degli uomini impauriti rannicchiati sotto la pioggia di lapilli e cenere e allo spettacolo dei calchi inquietanti dei cadaveri mummificati in mostra nelle varie manifestazioni “pompeiane”. di Adriana Dragoni
Mostra sontuosa, esemplificativa della maniera alta di fare cultura propria delle Scuderie del Quirinale, su cui si riverbera giustamente la grandeur accademica dei vertici istituzionali, per celebrare due maestri del Rinascimento italiano, che condividono con molti grandi, che sono venuti dopo i grandissimi, la dolorosa passione di farsi riconoscere, come nella musica dell’Ottocento è avvenuto a Chopin dopo Beethoven, o a Puccini dopo Verdi, ecc. di Giovanni Lauricella
Centodieci opere articolate in nove sezioni che prendono il nome dalla collezione di provenienza per raccontare la storia del movimento italiano più importante dell’800, proprio perché seppe praticare una rottura con il passato, capacità che invece viene riconosciuta all’impressionismo sorta vent’anni dopo. Corrente artistica in opposizione al romanticismo e al purismo accademico fondata su un realismo sintetico realizzato a macchie di colore che accentuavano il chiaro scuro. di Giovanni Lauricella
Prendendo spunto dal titolo di un libro del 1981, Crónica de una muerte anunciada, di García Márquez, in questa mostra del regista Amos Gitai a cura di Hou Hanru e Anne Palopoli, si ricorda quando venne assassinato da tre proiettili in quel sabato del 4 novembre 1995 il primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, uno dei padri fondatori dello Stato di Israele e premio Nobel per la Pace, che tentò la conciliazione con i Palestinesi. di Giovanni Lauricella
Le opere esposte sono quello che si recensisce delle mostre: sembra una banalità a dirlo, ma alle volte capita che il contesto si fonde in un tutt’uno tale da rendere opera d’arte tutto l’evento espositivo nel suo complesso. di Giovanni Lauricella
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