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20/01/25 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Ma quale guerra l'Italia starebbe perdendo? Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa

Può apparire un paradosso ma vi è chi sostiene la tesi che vorrebbe leggere il tentativo della Russia di Putin di  realizzare un rapido e conclusivo assalto a Kiev (che dopo due anni dall’invasione si è trasformato in un pantano per il leader del Cremlino), come una potenziale occasione oggi di un premio a questa inquietante strategia legandolo alle contraddizioni dell’Occidente e dell’Europa per gli aiuti a Kiev… e poi lo scontro tra Hamas e Israele a Gaza dopo il progrom del 7 ottobre, gli attacchi degli Houtis contro il traffico del Mar Rosso… le minacce internazionali del Nord Corea alla Corea del Sud, al Giappone, all’America… la strategia di guerra ibrida messa in piedi da Putin per distrarre il mondo e allargare le zone di caos per uscire dalle secche in cui si trova… la questione italiana in questo quadro…

Di questo complesso scenario Francesco Sisci, sinologo e giornalista, discute con Giuseppe Rippa, nell’audiovideo di Agenzia Radicale che segue.

 

 - Ma quale guerra l'Italia starebbe perdendo? Conversazione con Francesco Sisci di Giuseppe Rippa (Agenzia Radicale Video)

Premieriato: una riforma nel segno dell’inutilità derivante dal compromesso

La ministra per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Casellati, è intervenuta al convegno sulla “Semplificazione normativa tra presente e futuro” ed ha avuto modo di dichiarare che la riforma del premierato, presentata al Consiglio dei ministri, “è la madre di tutte le riforme”. Non ci si può aspettare niente di diverso dalla titolare del dicastero preposto appunto ad ammodernare le nostre istituzioni, ma sorge più di un dubbio che il testo ora all’esame del Parlamento possa davvero perseguire i due obiettivi che la stessa Casellati indica nella sua dichiarazione: stabilità dei governi ed elezione diretta… di Luigi O. Rintallo

Terrorismo: deformità indotte e anti-politica

Com’è stato possibile che le piazze abbiano accolto cortei di giovani liceali inneggianti ai terroristi di Hamas, responsabili dei massacri in Israele di sabato 7 ottobre? È una domanda che la politica italiana dovrebbe porsi, chiedendosi al contempo quando ha cominciato a manifestarsi una tale devastazione della logica e cosa l’abbia davvero determinata… Ne individuava i tratti essenziali il direttore di «Quaderni Radicali» e «Agenzia Radicale» Giuseppe Rippa in Alle frontiere della libertà, il libro-intervista edito da Rubbettino nel febbraio 2015… di Luigi O. Rintallo

I giovani ventenni israeliani stanno partendo per il fronte…

Gerusalemme. I giovani ventenni israeliani stanno partendo per il fronte. Molti di loro non sanno se torneranno. Questa mattina, una ragazza quattordicenne di Gerusalemme ha chiamato i suoi compagni di classe per dire che suo fratello di diciannove anni è stato ucciso e decapitato dai terroristi di Hamas… di Anna Mahjar-Barducci

La favola dei governi tecnici pro-UE nella lettura interessata delle oligarchie italiane

Quasi sempre, racconti e romanzi affiancano al prodotto della fantasia degli autori alcuni elementi riconducibili a dati reali. Lo stesso può dirsi per le “narrazioni” (o story telling, come si dice oggi) che animano le nostre cronache politiche. Le due, che in queste ore vanno confrontandosi sui media italiani, hanno per argomento l’eventualità che il governo in carica dopo il voto del 2022 possa venir sostituito da un esecutivo guidato da tecnici e propongono opposte letture al riguardo… di Luigi O. Rintallo

Giorgio Napolitano e le radici della crisi politica

All’indomani della morte del presidente emerito Giorgio Napolitano, non pare che fra i tanti commenti – di estimatori e detrattori – ve ne sia qualcuno che abbia ricordato un suo intervento all’Accademia dei Lincei del 12  dicembre 2014. Pronunciato durante il suo secondo mandato presidenziale e poco prima che cessasse il suo impegno nelle istituzioni, forse proprio per questo in quell’occasione Napolitano usò toni inusuali per lui, portato a misurare con accortezza (sino al limite della “dissimulazione onesta”) l’espressione del suo pensiero. Nel discorso riservava un passaggio significativo agli effetti dell’anti-politica e al ruolo dei media italiani. Napolitano fu esplicito nell’attribuire all’anti-politica “un’azione cui non si sono sottratti infiniti canali di comunicazione, a cominciare da giornali tradizionalmente paludati, opinion maker lanciati senza scrupoli a cavalcare l’onda, per impetuosa e fangosa che si stesse facendo…”di Luigi O.Rintallo

 

- Radio Radicale. La scomparsa del Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano: intervista a Geppi Rippa