Con il ribaltamento delle posizioni di comando, per esempio a Roma, tutto ciò che è stato detto in passato, magari anche a giusta ragione, può essere oggi ripescato e usato perfidamente ogniqualvolta il partito banderuola dà tragicomicamente prova di sé.
Eh sì, pare proprio che si vada consolidando un vero è proprio "metodo a 5 Stelle". Virginia Raggi ha fatto scuola a Roma. Da Torino Chiara Appendino ha preso nota, ha fatto tesoro del trauma nella “notte di Cardiff” ed è passata all'azione. O meglio, alla non azione.
Il gioco è noto: quando la storia si complica, lui fa - come dicono a Napoli - ammuina. In particolare è solito depistare prendendosela per lo più con chi osa amplificare le vicende farlocche del Movimento 5 Stelle.
Tutto era iniziato con un lapsus: “accetto la candidatura”. Eppure si trattava della presentazione della stessa al sacro blog, in attesa del pronunciamento degli iscritti. Solo questioni di tempo, intendiamoci; perché l'investitura sarebbe comunque arrivata, dopo aver ottemperato alla messinscena della "democrazia" grillina.
È il V Day. Non si tratta del vaffa, però. È il giorno del vitalizio, anche se vitalizio non è. È invece un assegno pensionistico di quasi mille euro che i parlamentari di questa legislatura riceveranno al compimento del 65esimo anno di età.
Una cosa è certa o quasi: l'ultima “rissa” interna al Movimento 5 Stelle, su cui è intervenuta la quinta sezione civile del tribunale di Palermo, sospendendo la validità e gli effetti delle cosiddette "regionarie" siciliane, si risolverà al massimo come in Liguria con la candidatura di disturbo di chi è stato fatto preventivamente fuori con i metodi bizzarri che abbiamo imparato a conoscere.
Ieri si invitavano ironicamete i romani a gonfiare i gommoni, oggi li si implora di non uscire. Cambiano le soluzioni tampone, il problema invece resta intatto: un po' di pioggia e la Capitale d'Italia sembra Venezia.
C'è chi la voleva addirittura Presidente della Repubblica (poi chissà a quale titolo politico-istituzionale), Milena Gabanelli è ora nell'invidiabile condizione di potersi permettere di dire no come ben pochi in Rai avrebbe il coraggio di fare al suo posto.
La verità, tutta le verità, niente altro che la verità su Roma. Firmato Movimento 5 stelle, che sul sacro blog ospita il reportage dall'Urbe di tale Maurizio Alesi. Trattasi di un'inchiesta personalissima fatta con la precisa volontà di “constatare l’incapacità dei 5stelle”. Ebbene, sorpresa delle sorprese, si apprende Roma non è come “ce la raccontano o come i suoi detrattori vorrebbero che fosse, con il meschino obiettivo di screditare l’attuale amministrazione e buttarla giù per ritornare ai vecchi sistemi”.
A questo punto si rischia davvero di sparare sulla croce rossa, se non fosse che bisognerebbe impedirle di sferrare all'illustre ferito il colpo di grazia. La Giunta Raggi continua infatti a dare un'imbarazzante prova di sé. Tra un emergenza rifiuti e l'altra, per ora arginate – racconta 'La Stampa' - con i metodi ancien régime del “re della monnezza”, nel bel mezzo di una crisi idrica annunciata da mesi di siccità, gli sviluppi del fallimento di fatto dell'Atac testimoniano e costituiscono la summa di un anno e poco più vissuto grillescamente.
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